Presentazione

‘Per me scrivere è stato cogliere, dal tessuto fitto e complesso della vita, qualche immagine, dal rumore del mondo qualche nota, e circondarla di silenzio’…’ma il silenzio definitivo non ci è dato…siamo dotati dell’uso della parola di cui speriamo riverberi, il Logos nel quale tutto troverà la sua sostanza e il suo significato ’.

Il profumo dell’incenso in sacrestia si diffonde nell’ambiente circostante. Un sapore delicato che lentamente si espande ed a volte lo si può vedere volteggiare tra le correnti di aria presenti in chiesa. Piano piano invade tutto e tutti. Quante volte sono passato e restato in sacrestia, nella nostra chiesa di Bracca. Tante. Da piccolo quando facevo il chierichetto, poi, da più grande, per altri motivi. Sempre bello. Sguardi sereni dai muri ne coronano le pareti. Quadri, foto e dipinti di uomini per lo più sconosciuti. Uomini di Dio che osservano. Limpidi come acqua di sorgente ma a volte scuri e imprigionati dal fumo che, salito per anni dal turibolo, ne ha intaccato i colori. Uomini attaccati al territorio, alle tradizioni come le radici d’una pianta, nerborute e forti, lo sono state alla terra. Sono là a vegliare da anni, nella chiesa, la prima che lo sguardo cerca al ritorno da un viaggio. La prima che fa dire: casa! Sguardi che osservano, nomi e parole che scorrono; poche e bastano. Dietro ad un’ immagine c’è qualcosa di vivo, come un formicaio nel bosco all’apparenza inerte ma che all’interno nasconde un’operosità straordinaria. Contagiosa. Storie che si intrecciano e ritornano. Esistenze abbracciate una all’altra. Unite e distinte, legate dallo stesso Fine e Senso. Santità cercata e vissuta. Magari non riconosciuta ufficialmente, ma sicuramente ri-cercata nell’esperienza della vita. Vite che hanno condiviso la semplicità del vivere: qui si sono sviluppate. Natura che ne ha edificato caratteri e spiriti. Quotidianità descritta in questo lavoro e vissuta dai nostri avi in pienezza. Pienezza di fede riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa in Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII, conosciuto dagli uomini e dalle donne che hanno abitato le nostre contrade. Qui è passato tante volte. Passi e sguardi che hanno apprezzato svincoli e luoghi rimasti come allora. Solo un po’ sfumati dal tempo che passa e dalle innovazioni moderne. Uomo tra uomini. Inserito in relazioni reali e normali. ‘Ogni vero amore si abbassa perché qualsiasi uomo possa toccarlo, fino all’estrema bassezza…’, gioia della fede, condivisa e respirata. Sbocciata nel campo dove altri fiori ne han sentito la fragranza. Fiori autoctoni per natura e tradizione. Servitori di Dio e della Chiesa. Germogli ‘deboli’ la cui ‘forza sta nel polarizzare su Dio l’attenzione e la speranza’. Cristiani per convinzione e scelta. Amici che dobbiamo riscoprire per i frutti che han saputo donare ad altri. Sintetiche biografie ma significative: dotate di senso e pienezza. ‘…Forse si potrebbe ripensare la struttura e le condizioni della canonizzazione, dove non l’eroicità delle virtù – categoria greca e non cristiana – dovrebbe essere ricercata, o il miracolo come attestazione divina della santità, ma la gestazione e la ri-nascita stessa della libertà umana nello spazio grazioso e drammatico di Cristo. Detto altrimenti: interrogare la biografia di questi uomini e donne per portare alla luce nel vissuto quotidiano, il ‘fare la volontà del Padre’ inteso come la ricerca compiuta e continuamente da risignificare, vissuta nell’orizzonte di un rapporto filiale che è amore’. San Giovanni XXIII ha vissuto le virtù e ha interceduto presso il Padre compiendo miracoli universalmente riconosciuti. Oggi come allora si fa compagno di viaggio. Non solitario emergere ma condivisione che ha visto protagonista il nostro paese e i nostri paesani. Santità condivisa e diffusa, quotidiana, normale: mi si passino i termini. Forse categorie teologiche non esistenti, ma sperimentate e vissute realmente da generazioni. In questo lavoro si è voluto dare nome e cognome a esistenze divenute storie che, avendo vissuto in questa prospettiva, ne han rivelato un cammino praticabile da tutti. Parole rivestite di silenzio che, leggere, trasportate nel vento, compongono la melodia della vita compiuta. Silenzi abitanti queste montagne, diffusi nel respiro della montagna che insegna ed educa. Memorie da recuperare…bellezza da svelare in storie da raccontare… e mai da scordare. Con infinita riconoscenza l’augurio è di riappropriarsi di questa Bellezza che Salva.